Hosteria Bandiera
Da qualche mese a pranzo abbandono i miei colleghi per prendere un po' di tempo per me.
Avrei una pausa pranzo di un'ora, ma quasi sempre riesco a tirarla lunga e stare fuori un'ora e mezza.
Ho un piccolo studio in affitto, dedicato alla produzione musicale, in zona Porto Marghera e quasi sempre una parte della pausa la passo lì.
Ma prima di andare in studio a fare qualsiasi cosa io abbia intenzione di fare, devo mettere sotto i denti qualcosa.
Per mia fortuna la zona offre molte possibilità per chi possiede spirito di adattamento.
Inizia qui il racconto del mio viaggio nella galassia dei pranzi da operai.
Oggi, giovedì 7 Agosto, ho pranzato ad Hosteria Bandiera
Il locale si affaccia, come suggerisce il nome, su via
Fratelli Bandiera, poco oltre la metà dello stradone, in direzione petrolchimico. Di fronte al locale c'è spazio per parcheggiare 5/6 auto.
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Fuori dal ristorante, in ciabatte, quelli che hanno l'aria di essere i papponi locali parlano al telefono con le loro signorine. In tutta la zona infatti viene tollerata la presenza di meretrici di ogni ordine e grado.
Dal canto mio, pur non avendo nulla in contrario sull'esercizio del mestiere più antico del mondo, non mi prodigo nel sesso a pagamento e disprezzo chi si avvantaggia dello sfruttamento di altri esseri umani.
Dentro, sebbene fuori ci siano quasi 30 gradi, la temperatura è ideale.
La luce naturale, filtrata dalle chiome degli alberi che si stagliano su via Fratelli Bandiera, si propaga all'interno attraverso due grandi finestroni.
Gli avventori parlano a voce bassa e sebbene si senta l'audio proveniente da un televisore acceso, sintonizzato sul telegiornale, anche questo è ragionevolmente basso.
Si sta Bene.
Dietro ad un imponente bancone di legno massiccio una signora dalle origini cinesi, di mezza età, mi guarda e non favella. Mi colpisce il suo taglio di capelli.
Dico: "Voglio pranzare".

Mi indica una piccola lavagnetta appesa al lato del bancone. Primo, secondo e contorno a 11 euro. Anticrisi.
Leggendo il menu inizio a sentire un buon odore venire dalla cucina, fino a poco fa non lo avevo notato.
In menù ci sono 3 primi, 3 secondi, 2 contorni.
Sento i clienti del tavolo dietro al mio lamentarsi del menù che non cambia mai. Per me un'altro punto a favore.
Scelgo penne all'arrabbiata, petto di pollo, fagioli con cipolle e una bottiglietta di acqua naturale.
Credo che il profumino che sento sia di ragù.
In 5 minuti arriva la pasta,me la porta direttamente il cuoco, che a questo punto credo essere il marito della signora. Per me è buonissima.
Penso a mia madre e so che piacerebbe anche a lei.
Sento i clienti chiamare la signora "Zia" e la Zia mi porta secondo e contorno.
Il pollo non è bellissimo da vedere, ma non sembra pericoloso. Condisco i fagioli e spazzolo tutto in poco tempo.
Mi alzo per andare a prendere il caffè al banco e vedo le slot spente in fondo al locale. Dal lato opposto penzola un grosso lampadario di vetro di Murano.
Pago e vado.
Voto: 7+
Recensito Giovedì 7 agosto 2025
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